Fonte: http://www.piusanipiubelli.it del 22/07/2021
Difficilmente, però, gli utenti che praticano il cybersex ne parlano apertamente o ammettono di praticarlo, dunque non si possono stimare quante persone navigano sulle migliaia di siti dedicati alla pornografia ed al sesso on line. Se per molte persone, il cybersex è un modo per trasgredire, giocare eroticamente, parlare di sesso e “rimorchiare”, per altri diventa una vera e propria dipendenza con conseguenze allarmanti sulla vita “reale”, nella quale si perde il senso della sessualità vera e propria, arrivando persino ad annullare le relazioni interpersonali, con ripercussioni negative in ambito sociale e lavorativo.
Internet è un contenitore infinito di foto, filmati, annunci e possibilità interattive per ogni tipo di curiosità sessuale. Pertanto, bisogna fare attenzione a non perdere il contatto con la realtà. Il cybersex viene dunque considerato, seppure genericamente, come tutto ciò che di sessuale è possibile svolgere sul web, attraverso webcam e chat a carattere erotico o materiale pornografico. Nelle chat erotiche, i partner virtuali, si scambiano messaggi sessuali scritti accompagnandosi in molti casi, ad immagini delle parti intime o riprese in tempo reale con la webcam.
Valentina Cosmi, sessuologa e psicologa dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma ha affermato che “l’8% degli italiani è dipendente da Internet, e fra questi spiccano gli utenti alla ricerca del sesso virtuale, un fenomeno che riguarda prevalentemente i maschi, eterosessuali, dai 33 ai 55 anni. Ma stiamo ricevendo – afferma – sempre più richieste di aiuto da parte dei giovani dai 18 ai 35 anni”. Dall’identikit dei “malati di cybersex” emerge che “nel 76% si tratta di uomini, sposati nel 60% dei casi e separati nel 13%, capaci di passare da 11 a 35 ore a settimana incollati davanti il monitor del PC.
Ci si connette spesso durante le ore lavorative – aggiunge la dottoressa Cosmi – ma i file di interesse vengono scaricati di notte, a casa. Inoltre, per lui il 33% delle relazioni virtuali sfocia in incontri reali. Una percentuale molto inferiore a quella totalizzata dalle donne”. “Spesso – prosegue la psicologa – la dipendenza da cybersex si associa a depressione e difficoltà ad instaurare relazioni reali”. Ma non ci sono solo gli adulti a trascorrere molto tempo in Rete su siti dedicati al sesso, in quanto sarebbe alto anche il numero degli adolescenti che trascorrono molto tempo sul Web.
E le motivazioni che spingono a farlo sono diverse: su Internet non ci si sente giudicati, si abbattono le barriere della timidezza, si può scegliere tra numerose opportunità ed è più facile trovarne. In taluni casi si sceglie il cybersesso per “scappare” dalla realtà e dalla monotonia che, troppo spesso, si viene a creare nel rapporto con il proprio compagno L’uso eccessivo della pornografia virtuale, dove tutto diventa facilmente accessibile, diventa con il passare del tempo una vera e propria dipendenza. Carlo Foresta, direttore della Siam sottolinea che il 70% dei pazienti che si sono rivolti negli ultimi tempi alle cliniche per curare disturbi della sessualità, hanno utilizzato la pornografia on-line per diverse ore, ogni giorno della settimana.
Sesso virtuale: quando e come si inizia
L’adolescenza è il periodo della vita in cui inizia a formarsi l’identità sessuale di ogni soggetto e Internet, diventa un mezzo per scoprire, conoscere, soprattutto se i genitori o la scuola, non affrontano l’argomento con i ragazzi. Una ricerca della Società Italiana Ginecologia ed Ostetricia, ha calcolato che in Italia, il 14% dei minori scambia le proprie foto di nudo con soldi o regali, e il 22% ha rapporti sessuali con un partner conosciuto proprio su Internet.
Un dato allarmante se si pensa che la formazione sessuale dei ragazzi avvenga attraverso Internet e non a seguito di un corretta e completa informazione. Anche la Siam, Società Italiana di Andrologia e Medicina Sessuale Medica, fa rilevare come la Rete sia diventato il canale “maestro” per l’educazione sessuale dei giovani che iniziano a frequentare i siti pornografici già da 15/16 anni. Su circa 28mila giovani sotto i 25 anni che visitano siti porno, sono in aumento problemi di eiaculazione o erezione e difficoltà ad eccitarsi con un partner sessuale in carne ed ossa.
Cybersex: differenze tra uomini e donne
Il sesso virtuale si diversifica tra uomo e donne. Il gentil sesso è più orientato verso le chat, mentre l’interesse degli uomini è rivolto quasi esclusivamente alla pornografia. La diversità tra i due “universi” si riscontra anche nella fase dell’immaginazione, in quanto le donne sono più orientate al sesso virtuale costruito con un’altra persona e dunque verso una “fantasia a due”. Passiva invece è la pornografia dove ci si appropria della fantasia di altre persone che fanno sesso.
Il professor Tonino Cantelmi, psichiatra e fondatore della prima scuola di specializzazione in Psicoterapia ad orientamento cognitivo-interpersonale nonché presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, nell’illustrare le motivazioni che spingono il gentil sesso a ricorrere al sesso in rete spiega che “le donne, sono più interessate a relazioni romantiche, fantasie, esibizionismo e attività che forniscono l’illusione di una relazione e per questo preferiscono le chat, mentre gli uomini, più orientati al voyeurismo prediligono la pornografia. Le donne fanno sesso virtuale nelle chat perché possono partecipare in conversazioni erotiche”.
Cybersex: quando si è malati?
Secondo la psicologa e psicoterapeuta, dott.ssa Giuliana Apreda, i segni clinici di chi ha una dipendenza dal sesso su Internet si riscontrano se la persona trascorre molto tempo in rete cercando materiale pornografico, nasconde agli altri la fruizione di tale materiale e prova vergogna o senso di colpa per il proprio comportamento. Inoltre, il ricorrere alla masturbazione compulsiva per arrivare alla eiaculazione solo visionando delle immagini pornografiche e perseverare in tali comportamenti, mette a rischio anche gli equilibri familiari e sociali. I rischi patologici sono individuabili, seconda la dottoressa Apreda, in quattro categorie che vanno dalla depressione all’abuso che causa la riduzione di esperienze di vita reali fino alla degenerazione. Numeri da record e giro d’affari enorme Sul motore di ricerca più diffuso, Google, se digitiamo la parola chiave “porn”, si apriranno più di 240 milioni di pagine, e circa 320 milioni se si digita “XXX”. La parola “sex” invece, è la più digitata nei motori di ricerca, e il 12% dei siti Web è dedicato al porno. Inoltre, il 60% delle visite su Internet avrebbe un obiettivo sessuale, il 25% delle richieste ai motori di ricerca è di tipo pornografico come il 35% dei download. I “porn users”, ovvero le persone che navigano i siti a carattere pornografico, sono il 72% uomini e il 28% donne. I siti in italiano dedicati agli adulti sono circa 35mila e il cybersex costituisce il terzo settore economico della Rete.