Qualcosa su Tonino Cantelmi

== Biografia ==

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1987 presso “Sapienza” Università di Roma, nel 1991 consegue la specializzazione in Psichiatria, presso “Università Tor Vergata” di Roma. Nel 1995 termina il corso quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva presso la Società Italiana di Terapia Cognitivo Comportamentale di Roma, il suo trainer fu il Prof. Vittorio Guidano, considerato il fondatore del cognitivismo post-razionalista. Successivamente ha elaborato il modello di psicoterapia Cognitivo-Interpersonale approvato dal Ministero dell’Università e della Ricerca MIUR, dando vita così, in Italia, alla prima Scuola di Specializzazione in psicoterapia Cognitivo-Interpersonale di cui ne è il Direttore Scientifico.
È il Presidente del Centro Clinico Istituto di Terapia Cognitivo-Interpersonale, oggi riconosciuto come Ente del Terzo Settore.

== Dipendenze comportamentali ==
► In Italia è stato il primo ricercatore ad approfondire lo studio dell’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana, individuando la dipendenza da tecnologia e da Internet, nel 1999 ha  ha curato il primo libro sul tema della dipendenza dalla rete: “La mente in internet”, Edizioni Piccin.
► Il CEDIS fu il primo Centro dedicato alla cura delle dipendenze istituito dal prof. Cantelmi, l’ente si occupava in modo specifico della dipendenza da tecnologia e dipendenza sessuale, attività confluite nel Centro Clinico ITCI.
► Il prof. Cantelmi, per dare una risposta sempre più concreta al dilagare delle condotte di dipendenza patologica, ha fondato nel 2018 SISIFO, a Tuscania, una comunità terapeutica per la cura delle dipendenze comportamentali (dipendenza da gioco d’azzardo, da Internet e da tecnologia, dipendenza affettiva, da ipersessualità, da shopping compulsivo, da lavoro), che offre un percorso di cura terapeutico e riabilitativo. Oggi ne è il Direttore Scientifico.
► È componente del Comitato Tecnico Scientifico istituito per la realizzazione del progetto “Dipendenze comportamentali nella Generazione Z” presso il Centro Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità.

== Riviste e Società Scientifiche e Associazioni ==
► È il Direttore Scientifico della rivista “Modelli della Mente” (ed. FrancoAngeli) e partecipa al board scientifico di numerose riviste specializzate in ambito medico e psicologico.
► Presiede numerose Associazioni tutte attive in ambito socio sanitario: AIPPC; AMCI sezione di Roma e FEDERPSI (ente formatore e Provider Ecm – Ministero della salute).
► Autore di oltre 400 pubblicazioni scientifiche e di circa 30 libri (tradotti in molte lingue straniere) ed è stato relatore invitato in circa 500 convegni scientifici.


== Incarichi ospedalieri
==
► Dirigente Psichiatra per il Servizio Sanitario Nazionale dal 1995 (Dirigente Psichiatra presso gli Istituti Fisioterapici Ospitalieri di Roma, in passato è stato Dirigente Psichiatra presso il CSM di Pontecorvo e di Colleferro, presso il SPDC dell’Ospedale Nuovo Regina Margherita ed è stato Responsabile del “Centro per la Diagnosi e la Terapia dei Disturbi di Attacco di Panico” ASL RM A).
► Attualmente è il Direttore Sanitario e Clinico-Scientifico “Istituto Don Guanella – Casa San Giuseppe” di  Roma,  centro di riabilitazione per i disturbi del neurosvilippo, (disabilità cognitiva, autismo, disturbi del neurosviluppo). La struttura diretta dispone di 219 posti in regime residenziale accreditati, 65 posti accreditati in regime semiresidenziale e 110 accessi in regime ambulatoriale. I dipendenti sono 230.

== Principali incarichi universitari ==
► È Professore Associato presso l’Istituto di Psicologia dell’Università Gregoriana (corso di Psicopatologia).
► Nominato docente di Psicologia del II Corso dello Studio Rotale dal Decano della Rotae Romanae Tribunal.
► Professore di Cyberpsicologia, Corso di Laurea in Psicologia, UER. 
► Nel corso degli anni ha assunto numerose docenze nelle principali università Italiane (vedi CV completo).


== Principali incarichi Istituzionali ==
► Componente del Comitato Nazionale per la Bioetica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nominato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni.
► Nel novembre 2020 Sua Santità Papa Francesco ha nominato il prof. Cantelmi Consultore del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
► Partecipa a numerose commissioni e gruppi di lavoro scientifico della dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma.
► Componente del Comitato Tecnico Scientifico di Giomi Innovation and Research (GIR).
► In passato ha assunto la direzione generale dell’Area di Psichiatria presso l’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio (nel corso del suo incarico ha coordinato i 12 dipartimenti di Salute Mentale della Regione).

PER UN ELENCO COMPLETO DELLE ATTIVITA’ SVOLTE DAL PROF. CANTELMI CONSULTA IL SUO CURRICULUM

Read Professor Cantelmi’s CV in English

Approfondimenti

== La mente in internet e la tecnoliquidità ==

“La mente in internet” è il titolo di un libro di Tonino Cantelmi, Carlamaria Del Miglio, Massimo Talli e Alessia D’Andrea “La Mente in Internet. Psicopatologia delle condotte On-line” del 1999 edizioni Piccin è uno dei temi maggiormente studiati e analizzati da Tonino Cantelmi. È stato il primo in Italia ad occuparsi dell’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana. Impatto così straordinario tanto da parlare di mutazione antropologica.

Nel 1998 la rivista  “Psicologia contemporanea” pubblica il primo articolo italiano sull’IAD (internet addiction disorder) dove vengono riportate le prime osservazioni scientifiche sul fenomeno, frutto non di questionari in internet, ma del lavoro clinico di Cantelmi e  dei collaboratori. Nell’articolo viene evidenziata la relazione tra abuso della Rete e problematiche psicologiche, in particolare nell’area affettiva, ma soprattutto viene avanzata l’ipotesi di una potenzialità psicopatologica della Rete stessa, che può catturare i suoi fruitori in un crescendo di attrazione. (Cantelmi T. – Talli M., I.A.D. Internet Addiction Disorder, in «Psicologia Contemporanea», 150, 1998).

Cantelmi e collaboratori per incrementare le ricerche in Italia mettono appunto il ”Test UADI” (T. Cantelmi – M.B. Toro – M. Talli, Avatar, cit., pp. 42 e 79ss) «Lo strumento può dimostrarsi utile per l’individuazione del tipo e del grado di abuso che alcuni utenti fanno della Rete e aiutare l’operatore nella comprensione del tipo di funzione psicologica che questa tecnologia può svolgere per l’individuo» (T. Cantelmi, Tecnoliquidità, cit., p. 124).</ref>  (Uso Abuso Dipendenza da Internet), un questionario che rappresenta al momento l’unico strumento italiano a essere validato sulla popolazione (D’Urbano C. – La pietra della Follia, nuove frontiere della psicologia contemporanea, Ed. Città Nuova 2016).

Oggi Cantelmi parla di ”tecnoliquidità”, neologismo coniato dallo stesso psichiatra, che – in maniera assai evocativa – vuole indicare ”il nuovo scenario naturale che si staglia sullo sfondo dell’umanità postmoderna” e che segna una mutazione antropologica senza precedenti, quella che coinvolge i “nativi” e gli “immigrati”  tecnoliquidi e digitali, cittadini del mondo liquido postmoderno di baumaniana memoria e di quella che viene oggi definita “”società incessante””.

Il pensiero di Cantelmi sull’impatto della tecnologia sulla mente liquida è per la maggior parte esposto nel volume “Tecnoliquidità. La psicologia ai tempi di internet: la mente tecnoliquida” (T. Cantelmi Tecnoliquidità. La psicologia ai tempi di internet: la mente tecnoliquida, Ed. San Paolo 2013).

Secondo l’autore stiamo vorticosamente precipitando in una ”società incessante”, sempre attiva, sempre più incapace di staccare la spina, sempre intenta a digitare, a twittare, a condividere, senza differenze tra giorno e notte, tra feriale e festivo, tra casa e ufficio, forse avviata verso una colossale dipendenza dalla “connessione”. In tal modo, la rivoluzione digitale e la virtualizzazione della realtà intercettano, esaltano e plasmano alcune caratteristiche dell’uomo liquido: il narcisismo, la velocità, l’ ambiguità, la ricerca di emozioni e il bisogno di infinite relazioni light. Tuttavia, la caratteristica fondamentale della socialità tecnoliquida consiste nella pervasiva tecnomediazione della relazione. Queste osservazioni confermano che la virtualizzazione della relazione e la sua spiccata tecnomediazione eleggono una nuova forma di relazione: la connessione. In fondo, secondo Cantelmi, si ha la sensazione che la fine della società di massa e il transito nella tecnoliquidità postmoderna dovranno fare i conti con l’ esasperazione della solitudine esistenziale dell’individuo e forse non sarà Facebook, ne Twitter o neanche ogni altra forma di “socializzazione virtuale” a placare l’ irriducibile bisogno di “incontro con l’ altro-da-se” che  è proprio dell’uomo e della donna di ogni epoca: il bisogno di “incontro con l’ altro” nell’autenticità è così prepotente e vitale che oltrepasserà il mondo tecnoliquido, (ultimo testo aggiornato sull’argomento Tonino Cantelmi, Emiliano Lambiase, Tecnoliquidità: nuovi scenari (evolutivi?) per la salute mentale in ”Modelli per la mente” Franco Angeli editore 2017, per una rassegna su articoli inerenti il tema)

Ad oggi il prof. Cantelmi è il docente della  prima cattedra di cyberpsicologia, il corso proposto da Cantelmi è stato attivato nel 2014 presso la LUMSA di Roma e poi, nel 2016, presso l’Università Europea di Roma UER. Il corso mira, prima di tutto, a far acquisire conoscenze circa l’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana ed a far comprendere le mutazioni psicologiche e le nuove forme di psicopatologia, dunque uno dei primi obiettivi è quello di inquadrare la generazione dei “mobile born”, al fine di comprendere meglio la costruzione della loro identità e le possibili psicopatologie connesse al “nuovo mondo”.

Dice Cantelmi sul corso: “Cambia l’essere umano, cambia il modo di comprenderne lo sviluppo evolutivo, dunque deve mutare anche il modo di fare psicoterapia; ecco il corso prepara cyberpsicologi che speriamo abbiano acquisito nuovi parametri ermeneutici e di intervento sull’uomo del terzo millenni”. (Intervista a Tonino Cantelmi in D’Urbano C. – La pietra della Follia, nuove frontiere della psicologia contemporanea, Ed. Città Nuova 2016).

== Dalla dipendenza sessuale al cybersex == 

Altra dipendenza comportamentale, oggetto di studio di Cantelmi, è  la dipendenza da sesso.
La dipendenza sessuale è una relazione patologica con il sesso, attraverso la quale la persona si rifugia nella ricerca di un piacere che possa alleviare lo stress, permettergli di fuggire dai sentimenti negativi o dolorosi, dalle relazioni intime che non è capace di gestire, attraverso una relazione che, oltre alla sensazione di piacere, gli dia l’illusione di controllare tutte queste difficoltà e con esse la vita stessa. Questa relazione diviene il bisogno fondamentale rispetto al quale tutto il resto è sacrificato, comprese le persone, che divengono secondarie rispetto al proprio desiderio sessuale. I dipendenti sessuali hanno perso il controllo sulla loro capacità di dire no, sulla loro abilità di scegliere. Il loro comportamento sessuale è parte di un ciclo di pensieri, sentimenti ed azioni che non sono più in grado di controllare (T. Cantelmi, E. Lambiase, A.Sessa “Le dipendenze Comportamentali” in Psicoobiettivo – Maggio Agosto 2004).

Nel 2003 nasce a Roma il ”CeDIS”, Centro per la ricerca e il trattamento della dipendenza sessuale. Cantelmi ne è fondatore e responsabile insieme ad Emiliano Lambiase e Adriana Sessa, psicoterapeuti e collaboratori dello psichiatra romano.

La dipendenza sessuale inizia a intrecciarsi all’uso di Internet dunque, per Cantelmi e collaboratosi, si aprono nuovi spunti di riflessione, nuovi campi di indagine ma soprattutto, in ambito clinico, sono necessari nuovi interventi per comprendere e dare aiuto ai nuovi dipendenti da cybersex.

Il ”’cybersesso”’ può essere operativamente definito come un’attività sessuale online tramite la quale le persone utilizzano Internet per mettere in atto attività sessuali eccitanti o gratificanti. Queste includono, ad esempio, guardare foto o video erotici, leggere materiale sessuale, utilizzare chat erotiche, scambiarsi mail e immagini esplicitamente sessuali, condividere fantasie sessuali. Questo utilizzo diviene patologico quando la persona non riesce a farne a meno (T. Cantelmi – E. Lambiase, La dipendenza da cybersesso: dall’uso ricreativo a quello patologico delle condotte online, in «Psicotech», 2 2005).

In questo ambito gli studi di Cantelmi, fortemente agganciati e stimolati dall’esperienza frastagliata di tante vite che egli incrocia, e sollecitati dal dolore reale di esistenze che si vanno disgregando nel vortice digitale, cercano risposte di senso all’interrogativo centrale su ciò che la Rete abbia intercettato della vicenda umana (D’Urbano C. – La pietra della Follia, nuove frontiere della psicologia contemporanea, Ed. Città Nuova 2016).

Le riflessioni sulle modalità psicopatologiche di fruire il sesso portano lo psichiatra ad affrontare altri temi, sempre strettamente collegati alle nuove tecnologie e alla mutazione antropologica dell’uomo del terzo millennio, come il tradimento on line (T. Cantelmi – V. Carpino, Tradimento online, FrancoAngeli, Milano 2005), il fenomeno del sexting, la crisi della relazione interpersonale, caratteristica dei nostri giorni, ed ancora la sessualità femminile (T. Cantelmi – N. Grappone, Donne che osano troppo. Pratiche sessuali estreme e nuove tendenze dell’eros al femminile).. Gli anni di ricerche sul tema confluiscono nel volume ”Schiavi del sesso. Sesso patologico, eccessi, dipendenza e tecnosex” scritto a 4 mani da Tonino Cantelmi ed Emiliano Lambiase nel 2015.

== Le dipendenze comportamentali e le strategie di intervento ==

Tra i disagi mentali che ultimamente si stanno diffondendo sempre più rapidamente ci sono le dipendenze comportamentali, ad esempio: la dipendenza dal gioco d’azzardo, la dipendenza sessuale, la dipendenza da Internet, la dipendenza affettiva e la spesa (shopping) compulsiva. Per la maggior parte delle persone queste attività  sono azione quotididiane normali, ma per alcuni individui possono assumere caratteristiche patologiche, fino a provocare gravissime conseguenze.

”A livello economico” comportano spesso una diminuzione del patrimonio familiare dovuta alle spese che riguardano direttamente il comportamento oggetto della dipendenza o dovute alla perdita del proprio posto di lavoro a causa dei comportamenticompulsivi interferenti con l’attività lavorativa.

“Le conseguenze emotive” più frequenti ed evidenti sono relative alla repressione dei sentimenti e delle emozioni, o all’incapacità di gestirli ed integrarli, con una conseguente interruzione della crescita emotiva. Parallelamente si sviluppano sentimenti negativi come senso di colpa e vergogna, depressione, perdita dell’autostima, perdita di scopi per la propria vita. Un blocco delle proprie emozioni implica anche un progressivo isolamento sociale in quanto le relazioni intime si basano fondamentalmente su scambio e comprensione emotiva.

”A livello cognitivo” i dipendenti manifestano problemi di attenzione (mancanza di concentrazione, di acuità mentale, di vivacità e vigilanza, intrusione di pensieri e fantasie non volute), distorsioni nel modo di pensare (mentire, negare, razionalizzare, minimizzare e proiettare) e convinzioni di base disfunzionali (riguardo se stessi, i propri bisogni, le relazioni e il comportamento dal quale dipendono).

”Le conseguenze sociali” implicano problemi di l’interazione con le altre persone (famiglia, amici, conoscenti e colleghi di lavoro), con l’incapacità di aprirsi agli altri, relazionarsi con loro in maniera intima e di comprendere i loro stati emotivi, i loro pensieri e bisogni. La conseguenza è un progressivo isolamento. Alcuni possono mantenere l’apparenza di avere degli amici, che in realtà sono solo conoscenze. Spesso le loro amicizie sono superficiali o manipolative e l’interesse nelle relazioni può essere rivolto quasi elusivamente a quello che possono ottenerne. Spesso vi sono anche gravi problemi matrimoniali, dovuti alla trascuratezza, da parte del dipendente, del suo ruolo in famiglia oppure a comportamenti di tipo provocatorio o aggressivo (T. Cantelmi, E. Lambiase, A.Sessa “Le dipendenze Comportamentali” in Psicobiettivo- Maggio Agosto 2004).

Nel 2018 sono iniziati i lavori di SISIFO a Tuscania, una struttura fortemente voluta dal Prof. Cantelmi per arginare il dilagare delle dipendenze comportamentali, che dal 2004, anno della pubblicazione dell’articolo prima citato, ad oggi sono sempre più frequenti tra gli utenti. SISIFO è una comunità terapeutica per la cura delle dipendenze comportamentali, offre percorsi terapeutici residenziali o diurni e attività ambulatoriali. Accoglie utenti che presentano condotte di dipendenza patologica (dipendenza da gioco d’azzardo, da Internet e da tecnologia, dipendenza affettiva, da ipersessualità, da shopping compulsivo, da lavoro) e che accettano di seguire un percorso terapeutico e riabilitativo, finalizzato al recupero del proprio equilibrio e del proprio benessere psichico.

== Il primo centro per la diagnosi e la cura dei disturbi di panico ==

Nel 2000 Cantelmi lavora presso l’Ospedale Regina Margherita di Roma all’interno del Dipartimento di Salute Mentale della ex ASL Roma A. Proprio in quel periodo le evidenze cliniche e i dati dimostravano che in Italia i pazienti affetti da disturbo di panico erano circa cinquecento-seicentomila e avevano difficoltà ad accedere facilmente ai Centri di Salute Mentale, organizzati soprattutto per le “grandi patologie”, e meno preparati per disagi di apparente minor rilievo.

Da queste considerazioni nasce, in quello stesso anno, la proposta dello psichiatra Cantelmi al direttore del Dipartimento di Salute Mentale di aprire presso l’Ospedale Regina Margherita di Roma un ambulatorio dedicato: il Centro per la diagnosi e la terapia dei disturbi di attacco di panico e delle patologie correlate.

Il Centro è stato innovativo per due aspetti:
1) è il primo Centro che offre una assistenza e una cura non territorializzate, ma aperto a tutti (superando la logica del DSM);
2) è specipico e qualificato per patologia (mentre i Centri di Salute Mentale offrono servizi indifferenziati rispetto alla patologia)

Si comprende finalmente la necessità di Centri specializzati di eccellenza, che peraltro si mettano in rete fra loro, ai quali i pazienti possano rivolgersi secondo le necessità individuali. Il Centro ottenne un enorme successo: in circa tre anni di vita esso ha offerto cinque-seimila prestazioni, ha promosso convegni per la sensibilizzazione al disturbo di panico, pubblicato articoli scientifici e testi di grande interesse fra cui il libro ”Oltre la gabbia del panico”, scritto con da Cantelmi con la dott.ssa Pensavalli (D’Urbano C. – La pietra della Follia, nuove frontiere della psicologia contemporanea, Ed. Città Nuova 2016).