Tonino Cantelmi raccoglie le più intime storie di uomini che si trovano a raccontare come “ciò che credevo fosse solo una mia fantasia, ho visto che in Rete era possibile, non ero l’unico…”.
Se i recessi della mente, solo nelle segrete dei propri meandri dove nessun altro accede, possono valicare i confini del lecito, dell’ordinario e immaginare giochi erotici e inconfessabili, la Rete legittima qualunque sfumatura di sogno e lo trasforma in realtà, seppur virtuale.
Chi fantasticava pratiche sessuali stravaganti, scopre in Essa che l’universo del bondage, del piacere sessuale ricercato attraverso costrizioni fisiche1, è assai più variegato e a portata di mano di quanto la sua patria giapponese potesse far pensare. Senza scomodare l’Oriente, su Internet vengono soddisfatti gusti voyeuristici, perfino il sesso praticato su cadaveri o parti del corpo umano e si rendono reperibili persone, escort e “volontari”, che condividano il desiderio di pratiche sessuali estreme.
Professore lei ha dedicato un’attenzione specifica all’eros al femminile e alla modalità con cui le donne incontrano il mondo virtuale, si può dire ancora oggi che le donne siano meno travolte dal fascino ammaliante delle Rete e dal cybersex in particolare?
Nei primi anni del nostro lavoro le donne hanno avuto veramente un ruolo notevole: pensi che all’epoca parlavo delle compagne come “miglior terapia” per l’uomo dipendente dal sesso; erano loro infatti a chiedere aiuto per il partner e il più delle volte erano le coraggiose sostenitrici della battaglia contro le condotte compulsive; non fuggivano spaventate, rimanevano sì choccate dal mondo sconosciuto che mai avrebbero immaginato potesse riguardare il loro partner, ma non indietreggiavano. Ne nacque perfino un gruppo di sostegno proprio per loro: mogli e compagne di quanti soffrivano di dipendenza sessuale.
Oggi la Rete, come lei ha anticipato, miete vittime anche tra le donne, sebbene in un modo diverso: il loro navigare mantiene comunque una matrice relazionale, generalmente non sono interessate alla pornografia quanto a cercare rapporti e conversazioni romantiche in chat, che spesso proseguono anche nella vita reale. Quindi, sebbene siano numericamente meno degli uomini le donne che fanno uso di cybersex, la perdita di controllo riguarda anche loro, anzi molte più donne, in proporzione, progrediscono verso un uso patologico e non solo ricreativo del sesso online.
Dal libro "La pietra della follia"